Xinjiang, Taklamakan & Karakoram
Una produzione della Trans-Aeolian Transmission.
Ricerche. Concerto. Road-Movie attorno alla musica Uigur.
Repubblica Popolare Cinese.
Film con musica dal vivo. Concerto e road movie.
"XINJIANG, TAKLAMAKAN & KARAKORAM" è la primissima produzione della TRANS-AEOLIAN TRANSMISSION. La creazione in concerto ha avuto luogo nel tempio Zajia di Pechino nel corso del Festival Croisements, mentre la Première in concerto + proiezione nel Teatro Mayakovsky di Dushanbe, Tajikistan, nel marzo 2015.
"XINJIANG, TAKLAMAKAN & KARAKORAM" è una ricerca (field-recordings + riprese video) nello Xinjiang con musicisti uygur (sciamani, bardi e Dolan), seguita da una ricostruzione con l'ausilio di computer e strumenti elettrici, sviluppando una musica Neo-Sciamanica Post-Industriale. Sul palco, due musicisti suonano un documentario/fiction/road-movie in concerto, su immagini video filmate da loro stessi nel corso di avventure/creazioni/fughe nel paese uygur tra Kashgar, Marqit e Iarkam, nel cuore del deserto del Taklamakan, sulle montagne del Karakoram, lungo le frontiere pachistane, tajike e kirghize fin nel cuore delle ultime città-tappe della Via della Seta.
Ricerche. Concerto. Road-Movie.
Estratti video
- Qara Kun
- Kumskar
- Estratti in concerto+proiezione
- Premiere nel Mayakovsky Theatre, Dushanbe, Tadjikistan.
- Film
Alcuni concerti: Konya (Djalâl ad-Dîn Rûmî), Ik (TR), FMM Sines Festival (P), Musée des Confluences (F), Festival R.I.O. (F), Croisements Festival (PRC), Jardins Efemeros Festival (P), OFFestival (MK), Resonator Festival (DK), Théâtre Anthéa Antibes (F), Tomorrow Festival (RPC), Universitas (I), Festival du Monde Arabe de Montréal (CAN), Théâtre Mayakovsky-Douchanbé (TJ), Fondazione Tassara / Museo Mita (I), Influx Festival (E)...
François R. Cambuzat - ricerche, video, computer, chitarra e voce
Gianna Greco - ricerche, video, computer, basso e voce
Realizzazione
Nel 2012, nel corso di una tournée in Cina François R. Cambuzat & Gianna Greco rimangono affascinati dalla musica musulmana e sciamanica uygur scoperta per un caso fortuito in Urumqi. Da inizio allora ad un'esplorazione e una reinterpretazione personale di queste musiche di elevazione, di contemplazione e di trance.
Dicembre 2013, a meno 20 gradi. Un primo autentico dissodamento viene fatto a Kashgar e nella sua regione, preparando la realizzazione/residenza/avventura programmata per aprile/maggio 2014. I chilometri si sommano: il Taklamakan è immenso. I contatti vegono stabiliti, le note si scontrano, i cuori decollano. In pieno inverno François R. Cambuzat & Gianna Greco filmono le prime immagini, e Carlo Mazzotta le monta al loro ritorno in Europa. « Kashgar 13 » è dunque una prima visione di questo viaggio nello Xinjiang.
Aprile-maggio 2015. Field-Recordings, ricerca e archiviazione, registrazioni, composizioni, demolizioni, sviluppo e deviazione di tecniche musicali arcaiche di estasi, di trance e di elevazione, dall'avant-rock e dall'elettronica fino ai muquam dei Dolan. Una musica improvvisata e poi ricomposta, una cerimonia Neo-Sciamanica e Post-Industriale. Oltre le musiche registrate, François R. Cambuzat & Gianna Greco filmano centinaia di ore di questa avventura-creazione che saranno in seguito montate per la realizzazione di un road-movie musicale.
« Xinjiang, Taklamakan & Karakoram » è la prima crezione della TRANS-AEOLIAN TRANSMISSION.
« Xinjiang, Taklamakan & Karakoram » è sostenuta dal servizio di azione culturale dell'ambasciata francese a Pechino e dall'agenzia & etichetta discografica cinese Wangba.
In video-concerto :
François R. Cambuzat : field-recordings, composizione, computer, canto, chitarre, video.
Gianna Greco : field-recordings, computer, canto, basso, video.
Con proiezione del video filmato nel corso dell'errare per lo Xinjiang.
Il montaggio di « Xinjiang, Taklamakan & Karakoram » è di Carlo Mazzotta .
A proposito di questa creazione :
« Il progetto di ricerca (collezione, archivio e studio) che il Sig. François R. Cambuzat si propone di consacrare al « Neo-Sciamanesimo Post-Industriale » nella Regione autonoma uygur dello Xinjiang, nella Repubblica Popolare Cinese, merita tutta la nostra attenzione per le seguenti ragioni. In qualità di antropologo delle culture religiose uygur e in particolare del sincretismo sciamanesimo-islam, non posso esimermi dall'incoraggiare un approccio complementare ai lavori che ho svolto per comprendere la questione dello sciamanesimo nello Xinjiang, e quella del Sig. Cambuzat mi sembra assolutamente pertinente e originale. Il Sig. Cambuzat vorrebbe, infatti, far scoprire, attraverso la sua esperienza di musicista, questa musica uygur di devozione sciamanica che spinge gli uomini a ricercare attraverso una « trance » (entrare dentro « sé » o uscire da « sé ») il contatto con un invisibile « terrificante » (per la sua bellezza o il suo orrore). Questo invisibile, nello sciamanesimo islamizzato dello Xinjiang, è popolato di spiriti benefici e nocivi che lo sciamano sa affascinate e sedurre grazie al suo strumento musicale (tamburo, violino o liuto) e ai suoi canti. Il Sig. Cambuzat intende così chiarire dall'interno, in quanto musicista e non etnomusicologo, il funzionamento di questa musica sciamanica, il ruolo degli strumenti per determinare l'influenza che questi hanno potuto esercitare sulle musiche profane, contando su una collaborazione con gruppi di giovani musicisti uygur. Notiamo che il Sig. Cambuzat possiede competenze solide sulla musica orientale e sulla musica sufi (studiata in Tunisia) che costituiscono una risorsa preziosa per questo progetto, nella misura in cui l'incontro tra islam e sciamanesimo, nello Xinjiang, è più precisamente un incontro tra lo sciamanesimo e il sufismo. L'interesse finale del Sig. Cambuzat per questa musica che, come lui stesso dice, ricerca «l'elevazione, il sudore, il sangue, le lacrime e la poesia », che coltiva spesso la dissonanza e che ha differenti poteri terapeutici, è di « ricomporre » tutto questo con degli strumenti tradizionali e dei computer e di donargli un senso nuovo e un ascolto più ampliato. Personalmente apporto, come naturale conseguenza, un fermo sostegno a questo progetto originale e innovatore che attraversa lo studio, la ricerca e la creatività artistica. » Thierry Zarcone, direttore di ricerca presso il CNRS, Groupe Religions Sociétés Laïcité.
A proposito di « Kashgar 13 » :
« In piedi davanti al sole spagnolo, piango davanti alla bellezza e alla maestria di questa magnifica evocazione (Kashgar 13). Il respiro assolutamente tagliato, questo è il più incredibile rompicuori/ripara-cuori, tributo alla vita, all'amore e alla creazione che tu abbia mai realizzato. Grazie per il tuo spirito, la tua energia, il tuo amore. La tua esistenza da un senso alla mia. Grazie ancora, in lacrime di gioia…
Tua sorella, Lydia Lunch. »